Mercoledì, 08 Marzo 2023 08:37

Programma Elettorale di Tiziano Galeazzi

Mercato del lavoro

Dumping salariale, frontalieri e formazione professionale sono i termini che hanno identificato il Ticino negli ultimi anni.

Passano gli anni ma il problema del dumping salariale non è stato risolto. Anzi, sempre più in Ticino si applicano stipendi standardizzati europei, quindi inferiori a quanto eravamo abituati nel passato, confrontati però con un costo della vita aumentato.

Le conseguenze de L’accordo sulla libera circolazione delle persone non vennero nemmeno considerate quando venne adottato: il Ticino si è ritrovato con un carico non indifferente, questo per essere un Cantone di confine. 

Subiamo un’immigrazione lavorativa: i frontalieri lavorano e guadagnano sul territorio ticinese, ma di fatto non effettuano nessuna spesa, non vivono qui, non consumano qui, non investono in beni e servizi sul nostro territorio. Anzi, volente o nolente, partecipano e approfittano delle nostre infrastrutture come le strade, sempre più al collasso.

Non dimentichiamoci anche dell’Abolizione della priorità data ai lavoratori indigeni del 2004 ed ecco la ricetta per il disastro e una disoccupazione che è sempre stata più alta rispetto agli altri cantoni svizzeri, ed è proseguita e prosegue per lunghi periodi di tempo. Anche se la SECO conferma dati molto bassi sulla disoccupazione in Ticino, non dimentichiamoci che vi sono migliaia di persone senza lavoro o in assistenza che non entrano in tali statistiche. Quest'ultime sono quindi orfane della realtà sociale in cui viviamo. Questo a dir poco vergognoso!

In un rapporto di qualche anno fa dell’IRE sull’Approfondimento della situazione del mercato del lavoro ticinese negli anni successivi all’introduzione dell’Accordo sulla Libera Circolazione delle Persone (ALCP), emerge qualche dato interessante.

Alla domanda: “Perché vengono predilette le assunzioni di lavoratori frontalieri nella sua azienda?”, più di 300 datori di lavoro hanno affermato che si trattava di profili più qualificati di quelli ticinesi, e che non c’entrava la remunerazione più bassa.

Quindi su chi puntare il dito? Sulle scuole che non preparano i ragazzi al reale mondo del lavoro e alle sue esigenze e puntano su una formazione teorica e obsoleta? Sugli stessi Uffici Regionali di Collocamento che altrettanto mirano a programmi di riqualificazione professionale inutili e non ascoltano i bisogni dei disoccupati? Oppure all'orientamento professionale (formazione e apprendisti) che è completamente fuori dalla realtà economica?

mercato-del-lavoro

 

Riassumendo:

  • Assunzione di manodopera oltre confine, spesso, perché a costo minore;

  • Mancanza di profili professionali specializzati sul territorio ticinese;

  • Dumping salariale;

  • Discrepanza tra prezzi di beni e servizi sul territorio e salari percepiti;

 

Esistono delle soluzioni a questi aspetti? Si.

Alcune delle azioni da intraprendere per contrastare questo scenario riguardano:

  • Proporre delle incentivazioni per tutte quelle aziende che decidono di assumere personale nostrano (60-65% del totale delle risorse impiegato);

  • Penalizzazioni per tutte quelle attività che usufruiscono dalle facilitazioni fiscali del Cantone, sfruttando le risorse del territorio, continuando però a prediligere l’assunzione di manodopera a minor costo oltre confine;

  • L’impegno morale degli esercizi (aziende e società a tutti i livelli) a cercare del personale specializzato prima di tutto in Ticino, in seguito nel resto della Svizzera, e in mancanza di risorse con le qualifiche professionali ricercate, all’estero;

  • Adeguare il percorso scolastico (per apprendisti) alle vere esigenze del mercato del lavoro. Saper cosa chiedono le aziende e modulare la formazione in base a questi posti di lavoro.

  • Rivedere i salari e contratti collettivi. La qualità del lavoro la si paga ma in cambio si possono ottenere molti vantaggi sulla fidelizzazione della propria clientela. 

Su questi punti in Gran Consiglio vi sono margini di miglioramento per poter stimolare anche il Governo ad intervenire non in modo diretto (in economia di mercato lo Stato non interviene direttamente sull'economia) affinché possa stimolare l'economia a prendersi maggiori responsabilità in questo ambito. Poter incentivale e pure penalizzare chi ancora oggi fa il furbo sul nostro territorio e contribuisce a deteriorare la qualità di vita della nostra società.

 

Economia e amministrazione

Amministrazione ed economia sono due elementi fondamentali per ogni comunità.

L’amministrazione è un po’ come uno scheletro: sorregge i cittadini nello svolgimento corretto degli aspetti burocratici; l’economia, d’altra parte, è il cuore pulsante del territorio, è il motore che dà il via a tutti quei meccanismi che garantiscono il benessere e la serenità dei cittadini.

Se economia e amministrazione non sono coordinate e sviluppate a dovere una comunità, grande o piccola che sia, è destinata a vivere un’esistenza stagnante e senza prospettive. Ed è quello che sta succedendo nel Ticino negli ultimi anni.

Sviluppo delle PMI (Piccole Medie Imprese) 

Vien da dire che in questi ultimi anni, il tessuto economico delle PMI in Ticino si è sviluppato molto bene. Abbiamo ancora molto da fare ma siamo sulla strada giusta.

Perché allora il ceto medio non riesce a toccare con mano questa ripresa economica di cui si parla tanto? Quale potrebbe essere la causa scatenante per una situazione così spiacevole?

Perché il nostro Cantone in termini fiscali si trova in basso alla classifica svizzera.

Siamo una comunità che partecipa finanziariamente molto nell'aiuto sociale e questo fa onore, ma non possiamo permetterci di continuare a sussidiare come se non ci fosse un domani.

Abbiamo il compito di salvaguardare coloro che contribuiscono con il loro lavoro e la loro impresa al mantenimento dello Stato per il tramite delle tasse. Nello stesso tempo abbiamo pure il dovere di poter dare e offrire a coloro che si trovano in una fascia sociale debole, di emergere e trovare la loro strada dall'indipendenza dello stato sociale.

Insomma, poter togliere molte persone dalla disoccupazione e dall'assistenza e condurle con le loro gambe, nel mondo del lavoro e dell'autosufficienza dovrebbe essere prioritario per lo Stato e per la politica.

economia sviluppo pmi

Lo Stato e la politica devono essere giudicati per quanto di buono fanno e faranno per la propria popolazione e il suo benessere.

Da dove iniziare quindi perché il Ticino riacquisti la sua stabilità economica e punti su iter amministrativi più semplificati, e perché no, più comprensibili sia per il cittadino che per le imprese?

La strada è lunga, ma ecco alcuni dei punti su cui si potrebbe lavorare durante la prossima legislatura 2023-2027:

  • Revisionare l’amministrazione pubblica riguardante il settore economico, affinché si riduca la burocrazia e si velocizzino le procedure amministrative. Questa azione potrebbe prendere una forma concreta attraverso l’introduzione di sistemi digitali, ad esempio, sia per la gestione delle operazioni interne, sia per la relazione con cittadino e altri enti privati o pubblici. In questo senso, il digitale arriva in nostro soccorso per rendere gli attuali processi amministrativi troppo appesantiti dalla burocrazia, più snelli e accessibili e meno scoraggianti. Cosa che a Lugano funziona già da qualche anno e funziona bene.

  • Rendere il territorio più propenso e agevolato ad accogliere relazioni tra imprenditoria interna ed esterna, attraverso l’istituzione di Poli tecnologici. Questi Poli avranno la funzione di veri e propri incubatori per nuove realtà che puntano sull’innovazione e sulla tecnologia. In questo modo il Ticino non sarebbe più un territorio “vecchio” e poco interessante, ma un punto di riferimento per nuove realtà industriali, che a loro volta costituirebbero nuovi posti di lavoro ed eventuali investimenti esteri;

  • Potenziare la digitalizzazione all'interno dell'Amministrazione cantonale. Uniformata a tutti i Dipartimenti e compatibile con tutti i comuni ticinesi. (creare una rete unica)

  • Elevare il Ticino a un valido centro economico, a pari passo con gli altri cantoni svizzeri. Creare le giuste condizioni quadro anche nei campi economici di nuova generazione legati al mondo informatico e cyber.

 

Sviluppo territoriale e mobilità

Che cosa vuol dire “sviluppo territoriale”? Significa offrire ai cittadini di una comunità un luogo che rispetti determinati canoni di abitabilità, di comfort e salute psicofisici, e perché no, un territorio sviluppato per far esaltare le bellezze naturali del luogo attraverso delle azioni sostenibili.

Fin dagli anni 2000 il Ticino è stato visto e gestito come un polo urbano pensato per i frontalieri meneghini. Il tema dei frontalieri continua ad essere nell’occhio del ciclone quando parliamo di posti di lavoro e sviluppo economico. Ad oggi, 2023, sono stati registrati ca. 78'000 lavoratori frontalieri solo nel Ticino.

Abbiamo anche visto però che le problematiche presenti nel Cantone sono collegate: territorio non adibito ad accogliere nuove realtà industriali per via della scarsa mobilità – posti di lavoro mancanti enti educativi che non aiutano a formare i profili professionali richiesti e ovviamente infrastrutture o opere stradali insufficienti per il carico odierno.

Sviluppare il territorio non significa solo agire sulla mobilità, vuol dire anche puntare sulle energie rinnovabili, sulle costruzioni sostenibili e sullo sviluppo e l’utilizzo intelligente delle infrastrutture esistenti o quelle che sono nei progetti futuri, come ad esempio il POLuMe (progetto Lugano-Mendrisio su strada).

Ma andiamo con ordine e vediamo su quali punti bisognerebbe agire per ridare al Ticino il suo territorio.

sviluppo territoriale

 

Elezioni Gran Consiglio ticinese: puntiamo sullo sviluppo territoriale

Tutela ambientale

Oramai qualche anno è passato dalla prima volta che ho sollevato una questione che mi sta molto a cuore: la presenza di micro e nano plastiche nelle acque ticinesi. Con il tempo i controlli sono stati fatti finalmente anche nel lago Ceresio, ma il risultato però è ancora allarmante. La presenza di microplastiche non è per nulla risolto.

Si sa: il tema della tutela ambientale è diventando molto gettonato negli ultimi anni e sorprendentemente riguarda anche il nostro territorio. Un territorio la cui salvaguardia è stata ignorata per anni e ora ne stiamo pagando le conseguenze. Un territorio che nell’immaginario comune è rappresentato da distese sempre verdi e acque cristalline, ma nella realtà è tutt’altro.

Una problematica seria, ma risolvibile attraverso alcune azioni mirate, come:

  • Puntare sull’educazione del singolo, del cittadino, del turista a salvaguardare il territorio ticinese;

  • Rivedere tutta la produzione aziendale di quelle realtà che impiegano materie che potrebbero danneggiare l’ambiente oppure non smaltiscono i rifiuti secondo determinati standard;

  • Premiare le aziende “virtuose” che adottano politiche green nel packaging dei prodotti, ad esempio, o nella produzione intera, attraverso delle incentivazioni fiscali.

Sull'argomento avevo inoltrato una mozione al Governo che alla fine è stata accolta parzialmente e cioè puntare sulla sensibilizzazione. Peccato perché il governo avrebbe potuto osare di più. 

Insomma, tutti si lamentano, si scandalizzano ma quando vi è da passare ai fatti, si dileguano.

Risparmio energetico

Tutela ambientale e risparmio energetico vanno a pari passo. Non molto tempo fa l’Unione Europea ha presentato un piano concreto per ridurre drasticamente le emissioni di CO2 entro il 2035. Questo aspetto riguarda anche il Ticino.

Per puntare sul risparmio energetico in modo da migliorare la qualità della vita sul territorio ticinese bisogna investire nelle energie rinnovabili e, anche in questo caso, incentivare privati e imprese ad adottarle.ma non possiamo nemmeno pretendere di trasformare tutto il nostro paese in un pannello solare unico.  Non dimentichiamo poi che questi materiali come le batterie elettriche, un giorno dovranno essere smaltite. Vi è da domandarsi se il Santo vale totalmente la candela.

Avremo sempre e comunque una percentuale di energia che non potrà far a meno da quella nucleare. Proprio in questo ambito vi sono paesi attorno a noi che stanno studiando micro centrali nucleari di nuova generazione e forse anche noi in Svizzera dovremo fare la stessa cosa. Che piaccia o meno all'ala politica rosso-verde e ad ecoestremisti.

Dobbiamo agire tutti insieme, per coltivare un ambiente migliore non solo per noi, ma anche per le generazioni a venire ma senza isterie forzate ed ecotasse al limite del ridicolo.

Ammodernamento e utilizzo smart delle infrastrutture sul territorio

Con questo aspetto introduciamo anche il discorso della mobilità, accennato diverse volte.

risparmio energetico

Prendiamo l’aeroporto di Lugano-Agno, ad esempio. Si tratta ancora di un’infrastruttura che non solo si mostra datata sotto il punto di vista edile, ma non vanta partnership a livello nazionale e internazionale che potrebbero facilitare il transito di persone e merci, aiutando in questo modo anche lo sviluppo economico territoriale

Per ora il progetto è sotto la tutela del Comune di Lugano e nel giro di un anno o due dovrebbe passare in mani private. Seguiremo e seguirò gli sviluppi con molto interesse, anche come Municipale del comune di Lugano.

Non dimentichiamoci poi dell’AlpTransit: si tratta di un’occasione che non dobbiamo farci sfuggire per migliorare il territorio ticinese e puntare sull’incrementare le relazioni estere in termini di turismo ed economia.e quindi va sostenuto il tratto che da Lugano raggiungerà Chiasso. Ci si dovrà anche confrontare con la vicina Italia e cercar di condividere l'intero progetto che dal nostro confine possa allungarsi nell'entroterra italiana.

 

Trasporti e mobilità

Abbiamo parlato di come alcune infrastrutture come l’AlpTransit e l’aeroporto di Lugano-Agno devono essere sfruttate in maniera intelligente e funzionale affinché il trasporto di merce e persone sia incrementato, portando anche a delle relazioni estere che potrebbero aiutare lo sviluppo economico del Cantone.

Non dimentichiamo anche il traffico su gomma e questo ogni anno sembra aumentare. La Svizzera si trova tra il Nord Europa e il Mediterraneo e la conseguenza di questo passaggio internazionale va a impattare anche sull'imbuto del nostro Cantone.

Sebbene ora con AlpTransit le merci dovrebbero maggiormente passare dalla gomma alla ferrovia, ancora non vi sono sostanziali cambiamenti. Questo comporta un carico annuale sempre più massiccio nel tubo autostradale del Gottardo. E' vero che è in fase di progettazione e sviluppo il secondo tubo autostradale ma prima d'esser messo a regime, passeranno ancora alcuni decenni.

Durante il periodo 2005-2022 si sono registrare maggiormente le problematiche riguardanti il traffico e la mobilità. Infatti, il traffico è andato ad aumentare in modo esponenziale.

  • Aumento della popolazione residente nel suo globale

  • Aumento dei frontalieri dall'estero

  • Aumento dei veicoli motorizzati.

trasporti pubblici mobilita

Infatti, in questo senso il Ticino si è mostrato come il Cantone i cui abitanti possiedono il maggiore numero di veicoli (più di 650 veicoli motorizzati per 1000 abitanti), rispetto agli altri Cantoni.

  • Un incremento è stato registrato però anche nell’utilizzo di mezzi di trasporti navali e del trasporto pubblico. Le vendite di titoli di trasporto Arcobaleno sono aumentati.

Cosa ci dicono questi numeri?

Che, sicuramente, almeno da parte dei cittadini una volontà di cambiare le proprie abitudini di spostamento c’è, ma ci sono davvero le condizioni perché questa sia una prassi da estendere su larga scala?

Il Ticino è un fazzoletto di territorio che ancora non presenta le condizioni perché mezzi di trasporto pubblici siano la prima scelta per cittadini, turisti e frontalieri. Abbiamo un territorio formato anche da molte Valli e questo crea in ogni modo uno sforzo logistico non indifferente. (nr trasporti - orari)

Abbiamo una Navigazione sul Ceresio e sul Verbano molto interessante, specie per trasporti di pendolari, sia su sponde svizzere che verso l'Italia e viceversa. Questa soluzione va incoraggiata maggiormente, affinché possa sgravare il problema del traffico tansfrontaliero quotidiano. Soluzione che va sostenuta tra ente pubblico e privato.

Vi è ancora la classica mentalità di un'auto un passeggero, sia per noi ticinesi e residenti sia per coloro che entrano giornalmente nel nostro territorio per lavorare. Una mentalità che va sensibilizzata maggiormente e quindi cambiata. Questo non solo da parte ticinese ma anche da parte italiana.

  • Ecco perché bisogna puntare su un’infrastruttura di connessioni messa a disposizione ai cittadini più funzionale, con costi di viaggio rivisti e tragitti consoni;

  • Incentivare le aziende. Torniamo a parlare di incentivazioni. In questo caso, si possono prevedere delle incentivazioni per tutte quelle realtà che offrono mezzi di trasporto collettivi per i propri collaboratori.

  • Affinché i cittadini siano più propensi ad utilizzare i mezzi pubblici, abbiamo visto che questi devono essere ridisegnati in termini di costi e percorsi. Dall’altra parte, perché i collegamenti tra i centri abitati e paesini siano migliorati, è bene considerare di individuare delle aree periferiche dove poter costruire dei parcheggi P&R.

  • Si tratterebbe di un’azione volta a migliorare i collegamenti su tutto il territorio ticinese e a incrementare l’utilizzo di mezzi pubblici.

 

TURISMO

Cosa c’è di più rassicurante di un turismo che porti i suoi frutti? Per un territorio come quello ticinese dovrebbe essere un dato di fatto, perché diciamocelo, la bellezza della nostra terra è incomparabile.

Dai laghi del Verbano e del Ceresio fino alle Valli, il Ticino offre dei paesaggi che tolgono il fiato. Ma questo può bastare affinché il turismo si sviluppi in maniera omogenea e durante tutto l’anno? Non proprio.

Purtroppo, anche in questo senso il Ticino è un Cantone che deve essere “risvegliato” e bisogna puntare allo sviluppo destagionalizzato. L'esempio più preoccupante è l'inverno. Le nostre stazioni sciistiche non hanno più neve. Se la tendenza in futuro sarà questa, allora dovremo incentivare tutti i centri invernali a riorientarsi con progetti sostenibili e realizzabili per far fronte al nuovo cambiamento.

Ci vorranno si, progetti e se questi saranno realistici allora andranno sostenuti anche dalla politica cantonale.  Non possiamo più investire laddove non vi è futuro.

Quando si parla di turismo lo si deve inglobare in un progetto unico nel quadro ticinese, ma ovviamente poi adattato alle realtà di ogni regione sul territorio. Gli obiettivi turistici locarnesi non sono quelli luganesi e cosi nelle altre regioni (Mendrisiotto, Tre Valli e Bellinzonese)

Un miglior coordinamento va trovato anche sulla questione degli eventi mondani, specie in estate. Chiaro che non è mai stato facile poter avere un calendario degli eventi che non si sovrapponesse uno con l'altro, ma necessitiamo di maggior attrazione turistica, cercando di spalmare il turismo degli eventi sull'arco di tutto l'anno e in modo mirato.

turismo

Vi è poi il turismo congressuale e Lugano in questo campo si sta organizzando. In futuro vi sarà anche il Polo fieristico del Campo Marzio. Un tassello in più per la città, quanto per la Regione e per il cantone in termini di ricadute economiche e turistiche.

Ho sempre pensato ai laghi quale il Ceresio e il Verbano per poter sfruttare al meglio la loro bellezza. Incentivare maggiormente questi luoghi, in modo sostenibile, alla pratica della vela e delle gare internazionali che spesso attirano molti turisti. 

Riassumendo quindi:

  • Un principio fondamentale che deve passare tra gli operatori turistici, la politica e l'economia è, La destagionalizzazione.

  • Maggior coordinamento cantonale nell'organizzazione degli eventi di grande richiamo di pubblico nazionale e internazionale.

  • Maggior sfruttamento in termini turistici e ovviamente sostenibili dei due laghi sul nostro territorio, Promozione di più gare anche internazionali di vela

  • Turismo di nicchia e cioè congressuale; maggior impulso nel promuovere le strutture presenti e future per consolidare e aumentare la presenza. Sia nazionale che internazionale.

  • Bonificare e riqualificare in maniera sostenibile il territorio ticinese per esaltarne la bellezza naturale.

 

Sviluppo sociale e sanitario

“Socialità” forse è un termine fin troppo ampio. Che cosa si intende per “socialità” alla fin dei conti? Dando un’occhiata alla definizione esatta si tratta della tendenza degli individui alla convivenza sociale […] dell’insieme dei rapporti che insorgono tra gli individui che fanno parte di una società o di un ambiente determinato.”

Quindi la socialità comprende tutti gli aspetti di una comunità che si possa definire funzionale. Socialità è senso civico, responsabilità individuale e verso il prossimo, rispetto.

socialita sanita pubblica

Come ho già scritto, lo sviluppo della socialità tocca diversi aspetti. Se vogliamo la socialità può essere interpretata in ognuno dei punti del mio programma elettorale, come ad esempio:

  • Lo sviluppo del mercato del lavoro. Affinché sul territorio ticinese ci siano dei professionisti preparati per poter essere inseriti nel mercato del lavoro ed essere quindi socialmente utili, bisogna puntare su programmi di riqualificazione, nonché su una riforma scolastica che aiuti i ragazzi a sviluppare delle competenze che sono realmente richieste dalle aziende sul nostro territorio.

  • Sotto questo punto di vista siamo ancora carenti nel supportare disoccupati e inoccupati a trovare la propria strada. Gli stessi Uffici Regionali di Collocamento dovrebbero impegnarsi maggiormente nel collaborare con le aziende e capire laddove vi siano necessità lavorative, introdurre il gusto personale che in quel momento si trova alla ricerca di un posto di lavoro.

  • Un impiego non è sicuramente la cosa che meglio definisce un individuo, ma avere un posto di lavoro rimane un fattore fondamentale al fine di potersi integrare socialmente. Infatti, attraverso l’istituzione di appositi programmi per i meno fortunati o per chi vive ai margini della società, questo obiettivo sarà raggiunto più facilmente.

  • In Ticino dobbiamo cambiare la mentalità dell'assistenzialismo in una mentalità di riconoscimento e valorizzazione dell'individuo e la sua indipendenza. Accompagnarlo in un percorso professionale, di riqualifica, affinché possa nel più breve tempo possibile, reinserirsi nel mondo del lavoro a pieno titolo così da riconquistare la propria fiducia, il riposizionamento sociale e l'indipendenza finanziaria.

  • Lo sviluppo della sanità. Attualmente la rete sanitaria del Ticino presenta uno standard discreto. Questo non vuol dire che non mi impegnerò ad alzare sempre di più l’asticella per offrire alla nostra comunità l’assistenza dovuta.

  • Necessitiamo di formazione continua nel campo sanitario e di attrattività delle professioni connesse.  Durante la pandemia abbiamo scoperto forti deficit di personale. Siamo sempre più dipendenti dall'esterno in termini di professionisti.  Un obiettivo nel medio-lungo periodo sarà proprio la formazione e l'occupazione in questo settore di nostri giovani volenterosi che vorranno intraprendere queste professioni. Quest'ultime quindi andranno rese più attrattive anche in termini salariali e di carriera.

  • Non di meno sarà anche l'impegno di avere strutture sanitarie sempre aggiornate e sempre più all'avanguardia nei campi medici specialistici.

  • Pure il medico di famiglia e la sua sfera professionale va potenziata e sostenuta. Incentivare quindi futuri studenti di medicina a intraprendere la via del "medico di famiglia" con formazione specifica anche qua in Ticino.

 

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Ultima modifica il Mercoledì, 08 Marzo 2023 10:34