Salmo Svizzero, Galeazzi commenta la risposta del Parlamento: “Se nessuno controlla, mettiamo a rischio la cultura futura del paese”

Zurigo, venerdì 11 gennaio 2019

Bellinzona - Il Consiglio di Stato risponde all’interrogazione di Galeazzi: nessuno controlla che il Salmo Svizzero venga insegnato nella scuola dell’obbligo. Il parlamentare UDC ammonisce: in gioco il retaggio culturale del paese.

Si è fatta aspettare la risposta del Consiglio di Stato del Ticino che, lo scorso novembre, era stato interrogato dal deputato UDC Tiziano Galeazzi, il quale aveva presentato un esposto riguardo l’insegnamento del Salmo Svizzero nelle scuole ticinesi. Galeazzi, in quell’occasione aveva portato all’attenzione dei suoi colleghi le sue perplessità causate dal totale disinteresse del DECS che non vigilerebbe sugli istituti scolastici affinché, appunto, questi tramandino il Salmo svizzero.

A distanza di qualche mese (era novembre quando il Deputato UDC presentava per la seconda volta l’interrogazione, ndr) il Consiglio di Stato ha risposto al quesito esponendo l'inammissibilità del Salmo tra le discipline di insegnamento e da considerarsi invece come un contenuto da condividere con gli alunni, nei regolari corsi di Storia ed Educazione Civica. Il Governo quindi ha spiegato che che il controllo dell’applicazione di quanto deciso rientrerebbe nel quadro generale di verifica, proprio come avviene con tutte le altre disposizioni giuridiche.

Non si è fatto attendere, quindi, il commento di Galeazzi che ha espresso le sue preoccupazioni: “L’intera faccenda mi lascia basito. Già a seguito della prima interrogazione, la risposta del Governo era stata criptica. In precedenza, infatti avevo chiesto se ci fossero sedi o docenti che non rispettassero l’obbligo di insegnamento. A tale quesito, quindi, mi veniva detto che non al DECS questa mancanza non risultava” ha spiegato il deputato che ha continuato: “Oggi, mi viene detto, però, che non siano stati effettuati controlli. Allora mi chiedo: come possono risultare al DECS le inottemperanze se il dipartimento, di fatto, non effettua controlli?” Quindi ha proseguito: “Trovo molto grottesco il fatto che se non avessi insistito con una seconda interrogazione, sull’insegnamento del Salmo svizzero nelle scuole dell’obbligo (come accordato dal Parlamento nel 2013, ndr) questa sarebbe stata archiviata e dimenticata. Nella prima lapidaria risposta del DECS” ha aggiunto il deputato UDC “tutto sembrava a posto, secondo il volere del Gran Consiglio. Mentre ora ricevo la seconda risposta che conferma, tra le righe, i miei timori: la situazione non è per nulla ovvia. L’insegnamento non è scontato e i controlli latitanti. Mi chiedo” ha concluso il politico “In sostanza chi governi il DECS e questo mi fa  preoccupare. So che sembra una sciocchezza, ma in gioco non c’è solo l’istruzione della nostra gioventù ticinese bensì la base del nostro retaggio culturale e nazionale.”