Microplastiche nel Ceresio: ora che conosciamo la situazione, si intervenga prontamente

Lugano, 24 gennaio 2019

 

Lugano, si è tornato a parlare di microplastiche. Nell’occhio del ciclone il lago Ceresio, specchio d’acqua del quale mi ero già preoccupato tempo fa. È movimentato gennaio, a Lugano. Mentre la città nel cuore del Ticino si riprendeva dalle vacanze natalizie, dal profondo del Ceresio, tornavano a galla gli esiti di uno studio condotto sull’ammaliante specchio d’acqua. Tra le acque più inquinate, appunto, si annovera il lago Ceresio, affollato di microplastiche.

Ad attirare l’attenzione il volume delle microplastiche, estremamente critico: 213’500 microplastiche per chilometro quadrato. Un dato allarmante, questo, frutto di uno studio successivo alla mia segnalazione.

 

Sono oggi felice che il Governo abbia preso coscienza di questa criticità. Non dobbiamo però scordarci di tenere sotto controllo la situazione, è infatti necessario sensibilizzare le istituzioni ad ogni livello, tanto quanto è importante che lo siano tutti i cittadini”. E aggiungo: naturalmente, è chiaro, che il Dipartimento adotti delle politiche atte a ridurre la produzione delle microplastiche e di tutti i materiali inquinanti che hanno causato, e causano, questa spiacevole situazione. Ritengo sia importante poter impostare una campagna di sensibilizzazione nei confronti della comunità oltre naturalmente ad uno studio di strategia da parte delle autorità per quanto riguarda la bonifica delle acque, i depuratori e sicuramente anche dell’industria che produce materiali potenzialmente inquinanti. Ovvio, lo Stato non può intervenire sui prodotti privati ma può almeno incentivare le aziende con delle soluzioni anche fiscali, se certificate, utili ad incoraggiare - nel nostro piccolo Cantone - l’utilizzo appropriato di prodotti, proprio per evitare la formazione di micro e nanoplastiche.